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Dopo la ritirata di Caporetto e il conseguente esodo delle popolazioni civili oltre il Piave, punto in cui si era attestato il nuovo fronte italiano, la giovane coneglianese Angelina Casagrande, maestra e autrice del diario, si trovò a vivere per un anno con la sua famiglia nel mulino occupato dai militari dapprima tedeschi, poi austroungarici. La famiglia era relegata in alcune stanze del primo piano e, come tutta la popolazione rimasta nei territori occupati, subì le angosce e le sofferenze di quell'anno terribile. La prima edizione del diario, custodita nell'archivio storico di Conegliano nella sua edizione originale del 1920, venne curata dallo storico Adolfo Vital e stampata a Venezia presso lo "Stabilimento Grafico U. Bortoli"; riporta inoltre sul frontespizio la frase "Offro affinché abbia un tenue ricordo del molto che soffrimmo" manoscritta dalla stessa autrice. Questa edizione presenta la preziosa memoria autografa di Maria Pollastri, figlia di Angelina Casagrande, e un saggio storico di Isabella Gianelloni sulle vicende di Conegliano nell'anno conclusivo della Grande Guerra. Prefazione di Adolfo Vital.